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Las Meninas (Velázquez)

Las Meninas (in italiano Le damigelle d'onore) è un dipinto a olio su tela di 318×276 cm realizzato dal pittore Diego Velázquez. Viene considerata il capolavoro del pittore andaluso, e venne terminata, secondo lo storico dell'arte Antonio Palomino, nel 1656. Il dipinto viene conservato nel Museo del Prado a Madrid.

Storia Nella Spagna del XVII secolo, i pittori raramente raggiungevano un elevato status sociale. La pittura era considerata una professione, non un'arte come per esempio la poesia o la musica. Durante gli ultimi otto anni della sua vita, Velázquez dipinse pochi quadri, per la maggior parte ritratti dei reali. Quando dipinse Las Meninas, egli era già stato 33 anni con la Corte.

La prima moglie di Filippo IV, Elisabetta di Borbone, morì nel 1644 e il loro unico figlio, Baltasar Carlos, morì due anni più tardi. In mancanza di un erede, Filippo sposò Marianna d'Austria nel 1649 e Margherita (1651-1673) fu la loro primogenita, nonché loro unica figlia al momento del dipinto. Successivamente nacquero Felipe Prospero (1657-1661), e poi Carlo II (1661-1700) che succedette al trono all'età di quattro anni.

Velázquez dipinse ritratti di Marianna e dei suoi figli e, nonostante lo stesso Filippo resistesse ad essere ritratto a causa dell'età avanzata, permise a Velázquez di includerlo nel quadro Las Meninas, seppur non in maniera diretta. Attorno al 1650 diede a Velázquez la Pieza Principal ("sala principale") dell'ultimo appartamento di Carlo Baldassarre da usare come studio. È qui che è ambientato Las Meninas. Filippo aveva la sua sedia nello studio e voleva spesso sedere e vedere Velázquez al lavoro. Nonostante fosse costretto a una rigida etichetta, il re amante dell'arte sembra che abbia avuto un'inusuale amicizia con il pittore. Dopo la morte di Velázquez, egli scrisse "Sono annientato" a margine di una comunicazione riguardo alla scelta del suo successore.

Descrizione Las Meninas è ambientato nello studio di Velázquez, ubicato nel Real Alcázar di Madrid di Filippo IV, a Madrid.

In quest'opera è dipinta l'Infanta Margherita, la figlia maggiore della nuova regina, circondata dalle sue dame di corte. Alla sua destra compare Doña Maria Augustina de Sarmiento, ed alla sua sinistra Doña Isabel de Velasco, la sua nana ed il suo mastino, oltre che da altri membri della corte spagnola. Velázquez si trova di fronte al suo cavalletto.

È una composizione di enorme impatto raffigurativo. L'Infanta Margarita si erge orgogliosamente in mezzo alle sue damigelle d'onore, con una nana a destra. Sebbene sia la più piccola, è evidentemente la figura centrale. Una delle sue damigelle si sta inginocchiando di fronte a lei, mentre l'altra si sta piegando verso di lei, cosicché l'Infanta, in piedi, con la sua larga gonna con guardinfante, diventa il fulcro dell'azione. La nana, circa delle stesse dimensioni dell'Infanta ma un po' ingrandita dalla maggior vicinanza all'osservatore, per contrasto fa apparire Margarita più delicata, fragile e preziosa.

Nello specchio sopra la testa dell'Infanta si riflette la coppia regnante, che si pensa sia la vera protagonista del dipinto.

La struttura ed il posizionamento spaziale delle figure è tale che il gruppo di damigelle intorno all'Infanta sembri stare dal lato, di fronte a Filippo IV e sua moglie Marianna. Non solo il quadro è dipinto per loro beneficio, ma anche l'attenzione del pittore è concentrata su di essi, poiché sembra che stia lavorando al loro ritratto. Nonostante possano essere visti solo nel riflesso dello specchio, re e regina sono il vero punto focale del dipinto verso cui sono diretti gli sguardi di quasi tutti i personaggi. Come spettatori, capiamo di essere esclusi dalla scena, poiché al nostro posto c'è la coppia regnante. Ciò che sembra a prima vista un dipinto "aperto" si dimostra essere completamente ermetico - un'affermazione ulteriormente intensificata dal fatto che il dipinto di fronte a Velázquez è completamente nascosto alla nostra vista.

Analisi L'artista è riuscito a creare una vera e propria illusione. Alcuni studiosi dell'opera, pensano che essa possa avere due significati. Una parte ritiene che Velázquez volesse rendere protagonista l'osservatore, mentre l'altra parte che i due coniugi sono i protagonisti e che sia solo un'illusione il fatto di essere protagonisti dell'opera. Tuttavia in entrambi i casi, ci si sente profondamente coinvolti nell'opera, soprattutto perché i personaggi sembrano in movimento e creano un atmosfera realistica.

Luca Giordano definì Las Meninas la «teologia della pittura», un altro modo di esprimere l'opinione di Thomas Lawrence, secondo cui quest'opera sarebbe la filosofia dell'arte, essendo così vera nel rendere l'effetto desiderato. Si narra la storia che il re dipinse la croce rossa di Santiago sul petto del pittore, così come appare oggi sulla tela.

Il critico teorico Michel Foucault scrisse un'interpretazione di questo quadro nell'introduzione del suo libro Le parole e le cose, mettendone soprattutto a fuoco l'aspetto che esibisce i primi segni di una nuova episteme nell'arte europea, poiché tentava di permettere al pubblico del dipinto di diventare la figura sovrana - il vero fulcro dell'arte della rappresentazione è a stento rappresentato: «la necessaria scomparsa [...] della persona cui assomiglia e della persona nei cui occhi è solo una somiglianza».

Lo specchio potrebbe essere in realtà uno specchio-spia, da cui si può osservare senza essere osservati. I due sovrani erano nascosti dietro questo specchio, quando José Nieto, in fondo sulle scale, sposta la tenda, facendo entrare la luce dietro lo specchio-spia, illuminando così i due sovrani che fino a quel momento erano invisibili. Il pittore e la corte, che stanno tutti davanti a uno specchio (che corrisponde alla superficie pittorica del quadro del Prado e che quindi l'osservatore non vede) preparandosi alla realizzazione di un ritratto pittorico della Principessa in primo piano, vedono riflessa nello specchio davanti a loro l'immagine dei due sovrani appena illuminati dalla luce che Nieto ha fatto entrare (sembra quasi che quest'ultimo indichi i due sovrani). Lo specchio in fondo all'atelier non riflette i due sovrani, ma li nasconde fino al momento in cui non vengono illuminati dall'interno, apparendo così alla loro famiglia, che viene colta di sorpresa. Tuttavia questa tesi appare alquanto insostenibile in quanto, all'epoca, la superficie riflettente degli specchi era costituita da una lastra di argento, e questo ne impediva la "trasparenza".

c. 1656
Oil on canvas
318.0 x 276.0cm
Immagine e testo per gentile concessione di Wikipedia, 2023

Dove si trova

Museo del Prado
Museo del Prado
Collezione permanente