Donna che piange Olio su tela
Nel corso del 1937 Picasso si ossessionò con il tema della donna che piange, simboleggiante per lui l'angoscia e la devastazione della guerra civile spagnola. La figura compare per la prima volta tra gli schizzi di [i]Guernica[/i], la sua famosa raffigurazione del bombardamento tedesco sulla città basca. Picasso realizzò tra i sessanta e i settanta lavori preparatori e post scriptum per l'opera. Tra i soggetti da lui studiati, l'immagine più frequentemente raffigurata è quella di una sola testa femminile, con un'espressione di angoscia e immersa nelle lacrime. Sono state rintracciate trentasei opere uniche che raffigurano tali immagini, eseguite tra Maggio e la fine di Ottobre del 1937: 9 dipinti su tela, 21 disegni su carta o cartoncino e 6 piccoli disegni su scatole di fiammiferi. L'"architettura" del volto della donna in [i]Donna che piange[/i] è però molto diversa dai volti piatti delineati di [i]Guernica[/i]. Inoltre, la brillante e sfacciata colorazione di questo dipinto non è stata solo scioccante di per sé, ma particolarmente potente nell'essere associata al dolore. La modella di tutta la serie [i]Donna che piange[/i] è stata una fotografa professionista, Dora Maar, una delle principali artiste surrealiste degli anni Trenta. Dopo aver incontrato Picasso a Parigi, nel 1936, divenne la sua amante, musa e compagna intellettuale. Personalità forte, fu determinante per l'espansione della coscienza politica di Picasso, che la dipinse decine di volte nel corso della loro relazione dal 1936 al 1943. [i]La Donna che piange[/i] fu acquistata da Picasso dall'artista surrealista britannico Roland Penrose poco dopo il suo completamento, all'inizio di novembre del 1937. Penrose contestualizzò quest'opera d'arte come un dipinto surrealista e come un importante post scriptum di [i]Guernica[/i]. Tate Britain, Londra, Regno Unito
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