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Madonna Sistina

La Madonna Sistina è il dipinto a olio su tela (265x196 cm) di Raffaello, databile al 1513-1514 circa e conservato nella Gemäldegalerie di Dresda.

Il dipinto è considerato unanimemente uno dei massimi capolavori dell'arte occidentale per numerose ragioni, prime fra tutte la complessità concettuale e simbolica nascosta dietro l'apparente semplicità dell'immagine e l'unione armonica fra l'ideale di bellezza greco-romana e il sentimento religioso cristiano.

I numerosi spostamenti subiti dall'opera fra Italia, Germania e Russia testimoniano inoltre vari importanti eventi sociali e politici della storia dell'Europa, in particolare durante il XX secolo.

Infine, il dipinto è considerato cruciale per l'evoluzione dei legami fra arte, commercio e industria. La sua alienazione dalla sede sacra per cui era stato dipinto (il convento di San Sisto a Piacenza) e il trasporto nella galleria profana di Augusto III di Polonia ha inoltre suscitato negli intellettuali del XVIII secolo una profonda riflessione sulla mutazione della funzione dell'opera, passata da immagine devozionale a manufatto estetico, generando di fatto la discrepanza che ha portato alla nascita dei concetti distinti, e fino a quel momento inesistenti, di "artigianato" (arti d'uso) e "belle arti" (arti da contemplazione). Inoltre, intorno al 1803 una riproduzione dei due cherubini nella parte bassa del dipinto, separata dal contesto, fu utilizzata per la prima volta come soggetto per stampe e riproduzioni su oggettistica e beni di consumo, dando de facto inizio al fenomeno commerciale del merchandising.

La Madonna Sistina è una delle due sole Madonne di Raffaello in cui Maria guarda direttamente negli occhi lo spettatore insieme alla successiva Madonna della seggiola.

Descrizione e stile La Madonna Sistina rappresenta un'evoluzione del tema storico della sacra conversazione, reinterpretato da Raffaello in maniera totalmente originale attraverso un processo di sintesi ed eliminazione degli accessori iconografici superflui a favore di un rapporto diretto fra soggetto e osservatore.

Una tenda verde scostata rivela una stupefacente epifania mariana, tra i santi papa Sisto II e Barbara. Maria, a tutta figura, appare discendere col Bambino in braccio su un tappeto di nubi composte da una miriade di cherubini: il loro movimento, più che dalla disposizione delle membra, è suggerito dalla caduta delle pieghe della veste, mosse come da un venticello. Mentre madre e figlio incedono diritti e guardano direttamente verso lo spettatore, Sisto e Barbara rivolgono invece sguardi, gesti e pose del corpo in direzioni opposte, il primo tendendo verso l'alto e la seconda verso il basso; la gestualità dei due santi accentua il momento teatrale e suggerisce a Maria e al Bambino la presenza dei fedeli, ovvero gli spettatori del dipinto, in un caso esemplare di "rottura della quarta parete". In basso, il bordo inferiore è trattato come un parapetto di legno a trompe-l'œil, dove san Sisto ha appoggiato il triregno e al centro si affacciano due squisiti cherubini pensosi.

Non ha precedenti il rapporto così diretto e teatrale fra la divinità e il fedele, che diviene a pieno diritto un elemento fondamentale e costitutivo della rappresentazione, alla cui presenza alludono in maniera esplicita i santi. Se nella tradizione delle sacre conversazioni gli artisti precedenti si erano limitati a rappresentare una o più figure che guardavano lo spettatore e richiamavano la sua attenzione, indicando magari il centro della scena, ma nel dipinto di Raffaello, invece, Maria e il Bambino sembrano discendere dal cielo appositamente per lo spettatore, che diventa dunque parte integrante e protagonista del dipinto. Maria diventa l'avvocata fra cielo e terra, con i santi che fanno da mediatori, attraverso una catena di sguardi circolare. Non si tratta quindi di una visione del divino da parte dei devoti, ma del divino che appare e va verso i devoti: il Bambino è come offerto alla devozione, prefigurando anche il suo sacrificio per la salvezza dell'umanità.

Il taglio moderno è sottolineato dalla veste semplice e disadorna di Maria, che incede scalza, ma circondata dalla luce. L'umanizzazione della divinità è riscattata dalla bellezza sovrannaturale di rara perfezione e dal calore luminoso che circondano la sua apparizione.

I colori dominanti sono intonati a una tavolozza fredda, ravvivata in alcuni punti focali da zone di giallo e di rosso.

1513-1514
Oil on canvas
265.0 x 196.0cm
Immagine e testo per gentile concessione di Wikipedia, 2023

Dove si trova

Old Masters Painting Gallery
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Collezione permanente