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Untitled

Sala centrale Pompei@Madre

La sala centrale della mostra si apre invece su una serie di vedute della campagna vesuviana, con il vulcano in eruzione: un’eruzione che – come in un piano-sequenza cinematografico che riprende, in una panoramica circolare, l’intera sala – sembra continuare ininterrotta dalla metà del Settecento, con varie vedute di epoca neoclassica, romantica e naturalistico-verista (da Johan Christian Dahl, Joseph François Désiré Thierry, Pierre-Henri de Valenciennes e Pierre-Jacques Volaire a Gioacchino Toma), fino gli anni Ottanta del XX secolo con un esemplare dei Vesuvius by Warhol, per fermarsi provvisoriamente all’anno stesso della mostra con l’opera Untitled di Wade Guyton.

Al centro della sala – in un silenzioso confronto con le opere su marmo e in pietra di Trisha Donnelly e Christodoulos Panayiotou da cui affiorano accenni di un’ipotetica figurazione – sono collocati, in due grandi vasche-deposito, cumuli di “materia archeologica” pompeiana lapidea e ceramica, a dare rappresentazione al flusso di questa materia fra epoche, mezzi, stili e sensibilità differenti ma coesistenti. La sala adiacente ospita del resto, su un pavimento in creta di Petra Feriancová, materie pure in trasformazione, dall’assemblage di Robert Rauschenberg Pompeii Gourmet al disegno che registra la caduta di polveri vulcaniche di Renato Leotta e al pneumatico-foglia di Mike Nelson.

Courtesy l’artista c Wade Guyton

Foto c Ron Amstutz

2017
Stampa a getto di inchiostro epson ultrachrome hdx su lino
213.4 x 175.3cm
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Image © Ron Amstutz