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Scultura di Valeria Manfredda, allieva del professor Roberto Priod, realizzata con vari materiali, acqua, legno, acciaio inox, dispositivi sonori, sensori di movimento. Il titolo vuole sottolineare il trauma che ha fatto seguito alla copertura dei canali a Milano ma anche il legame indissolubile ed innato, quasi magnetico, tra l'uomo e l'acqua, una reciproca influenza che ha portato lentamente a metabolizzare questo distacco, ma che non ha mai eliminato in essi la capacità di condizionarsi l'un l'altro. La città di Milano, in passato, era quasi interamente attraversata da navigli e corsi d'acqua. Era questo elemento a connotare l'ambiente urbano e a scandirne ritmi ed abitudini. Mentre oggi i milanesi hanno perso la memoria di quel tempo, essa al contrario, non si è mai dimenticata del suo stretto legame con la città ed i suoi abitanti. L’acqua è stata nascosta alla vista ma ha saputo trovare nuove risorse e nuovi modi per scorrere e sopravvivere. In questa opera l'acqua reagisce al passaggio e alla presenza delle persone attraverso un suono innescato da sensori di movimento. Essa inizia a vibrare e a risuonare cavernosamente come se il suono provenisse direttamente dal sottosuolo dove essa scorre. Sulla superficie si creano diverse geometrie.
2017
Metallo / opera interattiva
160.0 x 80.0cm
Immagini e testo © l'artista, 2017

Dove si trova

Museo San Donato (MPSArt)
Museo San Donato (MPSArt)
Collezione permanente